Scoperti progenitori di oligodendrociti fagocitanti assoni

 

 

DIANE RICHMOND

 

 

NOTE E NOTIZIE - Anno XIX – 03 dicembre 2022.

Testi pubblicati sul sito www.brainmindlife.org della Società Nazionale di Neuroscienze “Brain, Mind & Life - Italia” (BM&L-Italia). Oltre a notizie o commenti relativi a fatti ed eventi rilevanti per la Società, la sezione “note e notizie” presenta settimanalmente lavori neuroscientifici selezionati fra quelli pubblicati o in corso di pubblicazione sulle maggiori riviste e il cui argomento è oggetto di studio dei soci componenti lo staff dei recensori della Commissione Scientifica della Società.

 

 

[Tipologia del testo: RECENSIONE]

 

La scoperta di cellule progenitrici degli oligodendrociti (OPC) che inglobano e poi fagocitano assoni dei neuroni corticali in quel processo di potatura che caratterizza la selezione per la differenziazione funzionale dei circuiti nello sviluppo, merita una grande attenzione, perché il suo rilievo va oltre la semplice costatazione che questo processo di eliminazione implica anche cellule differenti da quelle già conosciute e ci pone interrogativi neurobiologici di notevole interesse.

Le OPC costituiscono una popolazione di elementi cellulari gliali disposti a rivestire le strutture neuroniche in tutto l’encefalo, e si caratterizzano per la mancanza della differenziazione delle cellule oligodendrocitiche adulte e la conservazione della proprietà tipica degli elementi cellulari immaturi di proliferare. È opportuno ricordare che le OPC possono sia rimanere in questo stato o stadio di sviluppo, sia differenziarsi in elementi dell’oligodendroglia capaci di sintetizzare mielina e compiere i processi necessari a rivestire di guaina mielinica i neuroni, e in particolare gli assoni, fornendo loro, col rivestimento, la proprietà di condurre l’impulso elettrico depolarizzante ad una velocità 50 volte maggiore. Le OPC sono studiate da tempo e, se le evidenze biologiche rendono certo lo svolgimento di altre funzioni in questo stato di differenziazione, non c’è accordo su quali e quanti ruoli possano essere assolti negli organismi adulti in condizioni fisiologiche.

JoAnn Buchanan e 40 colleghi coordinati da Nuno Maçarico da Costa hanno impiegato la metodica della microscopia elettronica a trasmissione (high-throughput transmission electron microscopy) con ricostruzioni dense in 3D per indagare queste cellule gliali, e hanno visualizzato per la prima volta un’attività mai attribuita alle OPC. Hanno infatti visto e riprodotto evidenze morfologiche di ingestione e digestione di prolungamenti assonici di neuroni da parte di questi elementi cellulari.

L’analisi degli abbondanti lisosomi terziari o fagolisosomi nelle diramazioni strutturali delle OPC ha confermato la presenza nelle loro camere di strutture vescicolari del diametro di 40 nm. Inoltre, l’analisi dei fagolisosomi nella microglia ha dimostrato che il loro numero era significativamente più basso e che questi lisosomi terziari microgliali raramente contenevano vescicole. In altri termini, lo studio di Buchanan e colleghi fornisce evidenze di inglobamento e potatura degli assoni da parte delle OPC.

(Buchanan J. et al., Oligodendrocyte precursor cells ingest axons in the mouse neocortex. Proceedings of the National Academy of Sciences USA 119 (48) e2202580119 – Epub ahead of print doi: 10.1073/pnas.2202580119, 2022).

La provenienza degli autori è la seguente: Allen Institute for Brain Science, Seattle, WA (USA); Janelia Research Campus, Howard Hughes Medical Institute, Ashburn, VA (USA); Princeton Neuroscience Institute, Princeton University, Princeton, NJ (USA); Computer Science Department, Princeton University, Princeton, NJ (USA).

Nella classe citologica degli oligodendrociti non mielinanti sono annoverati solo due tipi: gli oligodendrociti perineuronici e le cellule progenitrici di oligodendrociti adulti (OPC).

Le OPC si identificano in base all’espressione del recettore alfa del fattore di crescita derivato dalle piastrine (PDGFRαα) e del proteoglicano condroitinsolfato NG2. Fin dall’inizio dello studio di queste cellule, per il loro numero, sono state considerate un quarto tipo di cellule gliali, soprattutto perché non si distinguevano le OPC dalle NG2-glia o polidendrociti. Dopo un periodo di dibattito se tutte le NG2 del cervello adulto siano delle OPC, sono stati stabiliti dei criteri per distinguere i due tipi cellulari[1]. Nella materia grigia i corpi delle NG2 sono spesso direttamente aderenti al soma dei neuroni come gli oligodendrociti perineuronici ma i due tipi cellulari possono essere distinti in base all’espressione di NG2.

La microscopia elettronica e gli studi fisiologici hanno dimostrato che le cellule oligodendrocitiche immature esprimenti NG2 formano sinapsi funzionanti con neuroni e assoni e rispondono a GABA e glutammato rilasciati dalle sinapsi. Non vi sono dirette evidenze del ruolo sinaptico svolto da queste cellule, ma si ipotizza che medino tra attività sinaptica neuronica e differenziazione in oligodendrociti mielinanti. Nel cervello umano sono stati rilevati segni di formazione di nuova mielina da parte degli oligodendrociti in persone di 50 anni e studi MRI suggeriscono che la perdita di mielina non ricostituita cresce con l’avanzare dell’età, costituendo una delle ragioni principali del declino cognitivo attraverso il rallentamento della conduzione.

La generazione di oligodendrociti nella materia grigia e nella sostanza bianca del cervello adulto necessita di una popolazione principale di OPC e, sicuramente, la diminuita capacità rigenerativa di tale popolazione nell’età avanzata è connessa con la riduzione di prestazioni cognitive nell’età avanzata[2].

Nel cervello, durante lo sviluppo e la differenziazione delle reti e degli aggregati di pirenofori, i neuroni vanno incontro a un esteso processo di rimaneggiamento e rifinitura strutturale, parallelamente all’assunzione da parte dei circuiti nascenti della loro forma matura. Questa trasformazione fisica dei neuroni è facilitata dall’inglobamento e dalla degradazione di rami assonici e sinapsi da parte delle cellule gliali circostanti e, in particolare, microglia e astrociti. Ma, le piccole dimensioni degli organuli fagocitari e la morfologia complessa e altamente ramificata della glia hanno finora reso difficile, se non impossibile, definire il contributo di ciascun tipo cellulare gliale a questo processo di eliminazione selettiva delle strutture meno adatte alle esigenze fisiologiche. Gli autori dello studio qui recensito hanno usato la metodica delle sezioni seriali in grande scala TEM (transmission electron microscopy) con la segmentazione del volume computazionale per ricostruire le morfologie 3D complete dei distinti tipi gliali nella corteccia visiva del topo, fornendo una risoluzione mai ottenuta in precedenza della loro configurazione ultrastrutturale tridimensionale.

Inaspettatamente hanno visto, e così scoperto, che i processi delle cellule OPC in moltissime immagini circondavano piccole branche assoniche. All’interno dei prolungamenti cellulari delle cellule progenitrici erano presenti numerosi fagosomi e fagolisosomi (PL) contenenti frammenti di assoni, e si riconoscevano strutture vescicolari; elementi che rivelavano un’attività di “pruning”, ossia di “potatura” degli assoni.

Il sequenziamento di RNA da singolo nucleo della corteccia murina in sviluppo ha rivelato che le OPC esprimono geni chiave della fagocitosi in questa fase, così come trascritti neuronici coerenti con un attivo inglobamento degli assoni. Sebbene finora si sia ritenuta la microglia la maggiore protagonista della potatura assonica nella selezione maturativa, così come degli interventi di rifinitura differenziativa delle cellule nervose maturanti, i ricercatori hanno rilevato PL dieci volte più numerosi nelle OPC che nella microglia a questo stadio della corteccia visiva murina; inoltre, le strutture PL erano significativamente meno abbondanti negli oligodendrociti generati de novo, suggerendo che sono proprio le cellule gliali allo stadio di OPC le maggiori protagoniste della maturazione dei circuiti neuronici della corteccia cerebrale dei mammiferi.

 

L’autrice della nota ringrazia la dottoressa Isabella Floriani per la correzione della bozza e invita alla lettura delle recensioni di argomento connesso che appaiono nella sezione “NOTE E NOTIZIE” del sito (utilizzare il motore interno nella pagina “CERCA”).

 

Diane Richmond

BM&L-03 dicembre 2022

www.brainmindlife.org

 

 

 

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[1] Per una caratterizzazione delle cellule NG2 e per i problemi posti da questo tipo di elementi gliali si vedano nelle “Note e Notizie” le recensioni dei lavori di ricerca e le discussioni a loro dedicate.

[2] Kettenmann & Ransom (eds), Neuroglia, p.69, Oxford University Press, New York 2013.